domenica 10 gennaio 2010

Editoria tecnica: cos'é l'editoria B2b oggi

Un'inchiesta realizzata dall'ordine dei giornalisti della Lombardia fotografa la situazione dell'editoria tecnica e specializzata. Sull'ultimo numero del 2009 della rivista Tabloid potete trovare l'articolo (pagina 6 e seguenti) che consiglio di leggere a chiunque sia interessato all'argomento.

Riassumento la stampa tecnica e specializzata fattura circa 1,3 miliardi di euro in pubblicità (dato 2008) con oltre 8.000 dipendenti di cui, circa 2.000 giornalisti che sforna oltre 7.000 testate ogni anno. Nell'articolo si parla di un settore in grande fermento e che genera, specialmente in lombardia, un importante giro di affari. Tuttavia, i dati riproposti non possono essere falsati dal fatto che il 2008, per il settore editoriale, non è stato un anno di crisi. Le pianificazioni pubblicitarie, come noto, vengono decise con un anno di anticipo e l'anno del crollo è stato quindi il 2009, con ripercussioni importanti anche per il 2010. In particolare poi, l'anilisi svolta tiene conto sia dei dati Anes (associazione nazionale editoria periodica specializzata) sia dell'Uspi (unione stampa periodica italiana), due associazioni che non si occupano solo di stampa tecnica, ma anche di quella specializzata. La differenza è notevole, la stampa specializzata è quella che tratta argomenti di interesse specialistico relativamente a un hobbie, una passione, un aggregatore di notizie generaliste legate alle attività svolte dai lettori e generalmente diffuse in edicola. Per fare un esempio una rivista che parla di auto rivolgendosi al consumatore è una rivista specializzata. Le riviste tecniche, invece, sono per definizione quelle inviate agli operatori di un determinato settore e sono spesso (ma non sempre) spedite in abbonamento postale, in buona sostanza le riviste professionali.

Il dato fornito è quindi paradossalmente privo di valore, da una parte, infatti, le riviste specializzate (come citato anche all'interno dell'articolo) sono in larga parte associate alla Fieg (federazione italiana editori giornali) dall'altra, alcuni importanti editori (ad esempio il Gruppo Sole 24 Ore) aderiscono a quasi tutte le associazioni o federazioni del settore editoriale.

Cos'è quindi l'editoria tecnica oggi?
L'editoria tecnica è quindi solo una parte del valore presentato dall'articolo. Nonostante ciò è sicuramente un comparto importante dell'editoria italiana le cui riviste rappresentano una delle più importanti forme di informazione professionale (basti vedere la tabella di pagina 7 che cita le riviste tecniche e specializzate più diffuse e che è riportata qui di seguito per comprendere l'importanza di queste riviste)


Anche dalla tabella è facile evincere che alcune riviste appartengono al settore "specializzate", come Sapere&Salute, che è una freepress distribuita in edicola o Best Movie, distribuita in edicola.

Oltre alla classifica delle diffusioni delle singole riviste (ne appare anche una per cui scrive l'autore di questo blog, anche se in una posizione non proprio accattivante), che è destinata a mutare in maniera importante già alla prossima rilevazione, l'evidenza è che l'editoria tecnica non è ancora un oligopolio ma presenta un numero di attori molto variegato, per importanza e dimensioni. Se da una parte alcuni editori rivedono i propri bilanci al ribasso e contraggono gli investimenti nelle riviste, è anche vero che altri continuano a proporre nuove testate che a volte hanno anche successo nonostante il periodo di crisi.

La conclusione dell'articolo pone invece il difficile tema del passaggio alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti, che in una parola vuol dire internet in tutte le sue declinazioni (dai computer al mobile passando per tablet pc ed e-reader). Quest'ultimo tema fotografa una situazione di totale imbarazzo dell'editoria tecnica nei confronti della monetizzazione dei contenuti on-line: "il 38% dichiara un ricavo dal sito da zero a 10mila euro, il 16% da 10mila a 30mila euro, il 19% da 30mila a 50mila euro e un ulteriore 16% oltre le 50mila euro" (il dato citato parrebbe di capire essere relativo al 2007 n.d.r.). Si tratta di un problema noto e stranoto di cui spesso mi sono occupato in questo blog ma che spesso è ancora troppo sottovalutato dagli editori tecnici.

In conclusione cos'é l'editoria tecnica all'inizio del 2010? E' un settore che sta vivendo una situazione difficile ma meno drammatica rispetto all'editoria specializzata. Sempre all'interno dell'articolo, infatti, si cita una ricerca Doxa: "le riviste tecniche specializzate e professionali svolgono poi una funzione unica nel loro genere: sono strumento di aggiornamento (in molti casi l’unico) e formazione per chi, finito il periodo scolastico, è entrato nel mondo del lavoro. Il 48,8% dei tecnici, segnala una ricerca Astra-Doxa, non riceve più una vera formazione dopo aver cominciato a lavorare. E non è un caso che il 45,9% di costoro utilizzino proprio le riviste tecniche specializzate e professionali come strumento di formazione personale per il proprio settore di lavoro". Questa affermazione rappresenta forse l'unica via per un futuro sostenibile dell'editoria tecnica: fornire aggiornamenti e informazioni utili agli operatori di ogni settore può e deve funzionare anche sul web, anche se il passaggio mentale degli utenti alla fruizione di informazioni relative al proprio lavoro o mestiere on-line procede a macchia di leopardo.

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